Prime Esperienze
Il microfono del piacere: il concerto privato


01.07.2025 |
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"Il suo corpo maturo ma potente la sovrastava, il membro duro e caldo che premeva contro l’ingresso già aperto e fradicio..."
Sara stava sul palco, il microfono stretto tra le dita come fosse un’estensione del suo stesso corpo. Il sudore le imperlava la fronte, le gambe tremavano, non solo per l’adrenalina della performance, ma per quella bruciatura interna che non riusciva a placare.Il pubblico la guardava, incantato dalla sua voce roca e sensuale, ignaro di quanto lei stesse combattendo con un desiderio che la consumava. Quella sera, non bastava più cantare, non bastava più fingere: voleva sentirsi viva in ogni fibra, voleva lasciarsi andare, completamente.
Appena finita l’ultima strofa, Sarah corse dietro le quinte, il respiro già affannoso. La porta si chiuse con un tonfo sordo alle sue spalle e lì, nell’ombra, iniziò il suo rito segreto.
Il cappotto scivolò via dalle spalle, seguì l’abito che cadde in pieghe morbide, lasciando scoperta una pelle calda, lucente di desiderio. La mano tremava leggermente mentre afferrava il toy ancora acceso, una carezza veloce che accese un brivido profondo lungo la schiena.
La vibrazione si diffuse nel suo corpo come un richiamo irresistibile. La vulva era già bagnata, pronta, affamata di piacere. Sarah si infilò il dito dentro, poi il secondo, lentamente, con un sospiro che tradiva tutta la sua voglia repressa.
Il microfono, ormai dimenticato, giaceva a terra, ma la sua voce non si era spenta: emetteva gemiti bassi, pieni di voglia, di fame, di bisogno.
«Voglio sentirti dentro di me… voglio che mi prendi tutta,» sussurrò, le parole rotte dal desiderio. La fantasia la trasportava oltre, immaginava le mani forti di Angelo che la afferravano, il corpo premuto contro il suo, l’odore virile mescolato al suo sudore caldo.
Con un movimento deciso, il toy scivolò più in profondità, mentre con l’altra mano carezzava i seni, i capezzoli duri che sporgevano sotto la luce soffusa. Le dita giocavano con la pelle, sfioravano il clitoride con dolce crudeltà, facendo vibrare ogni nervo del piacere.
I gemiti si fecero più forti, il respiro più affannoso, e Sarah sentiva l’orgasmo avvicinarsi come un’onda potente, impossibile da fermare.
Immaginava Angelo sopra di lei, con il suo corpo maturo, la sua esperienza, il suo modo deciso e presente di farla sentire desiderata, presa, amata.
«Vieni a prendermi,» sussurrò nel buio, «sono pronta solo per te.»
⸻
Il cellulare vibrò. Una nota vocale.
Era lui. La voce di Angelo, calda, profonda:
«Apri le gambe per me, Sarah. Sto arrivando. E voglio trovarti calda, pronta, bagnata. Voglio che tu sia la mia puttina di lusso. Solo mia.»
Sara tremò. Il corpo rispose subito, si piegò su se stesso, il toy la stava portando al limite… ma voleva lui.
Quando Angelo entrò nel camerino, trovò esattamente quello che si aspettava: sua moglie, nuda, le gambe aperte, il toy che ancora la massaggiava da dentro.
La guardò con un mezzo sorriso.
«Così si fa. Ti sei scaldata bene, amore mio.»
«Non potevo aspettare… ma ora voglio te. Non farmi aspettare oltre,» ansimò lei.
Lui si chinò su di lei, l’afferrò per le cosce e tirò fuori il toy lentamente, con uno schiocco bagnato.
«Ora te lo faccio dimenticare, quel giocattolino. Preparati.»
Lei lo guardava con gli occhi accesi.
«Fammi sentire quanto mi vuoi.»
Angelo le prese il viso tra le mani e la baciò con ferocia. Poi, senza dire una parola, la prese in braccio e la appoggiò al divanetto del camerino. Il suo corpo maturo ma potente la sovrastava, il membro duro e caldo che premeva contro l’ingresso già aperto e fradicio.
Entrò in lei con una sola spinta.
Sara gemette forte.
«Cazzo, sì… così. Voglio che mi scopi come la tua troia personale.»
Angelo iniziò a muoversi lentamente, poi con più forza. Le mani sulle sue anche, il fiato caldo sul collo.
«Lo sei. Sei la mia troia elegante. E quando canti là fuori… tutti ti guardano, ma solo io ti possiedo così.»
Sara lo graffiava, lo baciava, lo stringeva forte.
«Continua. Più forte. Fammi tua, completamente. Voglio sentirti tutto.»
Le spinte aumentavano, profonde, ritmate. Ogni colpo era un tuono dentro di lei. Il suono dei loro corpi, il ritmo bagnato, la carne contro carne: un concerto tutto loro.
«Gridami, Sarah. Voglio il tuo orgasmo addosso,» ordinò lui.
«ANGELOOOO!», urlò lei, mentre veniva. Il corpo tremava, le gambe non reggevano, il cuore impazzito.
Lui la seguì pochi secondi dopo, spingendo ancora più a fondo, fino a riempirla di sé, con un rantolo profondo e animalesco.
Rimasero così, uniti, pelle contro pelle, fiato contro fiato. Angelo le accarezzò i capelli e le baciò la fronte.
«Tu mi farai morire sul serio, donna mia.»
Sara sorrise, ancora ansimante, la testa sul petto di lui.
«Ma morirai felice. E io… ti canterò addosso fino all’ultima nota.»
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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